Molto spesso sentiamo parlare di pressione troppo alta o troppo bassa, ma come deve essere la pressione per indicare una regolare attività cardiaca?
Conoscere i valori della pressione arteriosa negli anziani è fondamentale. Si tratta di un accertamento importante sia per quanto riguarda la pressione ottimale (quella cioè che permette al cuore di lavorare al meglio) sia per i valori “normali”. Questi infatti indicano le soglie da tenere sotto controllo, oltre le quali la salute è in pericolo.
Scopriamo allora qualcosa di più sulla pressione corretta negli anziani e i rischi che questi possono incontrare in caso di valori fuori dalla norma.
Dopo i 60 anni si riscontrano dei valori di pressione leggermente più alti. In particolare si alzano quelli della massima (o sistolica). Questo fenomeno è dovuto all’inevitabile aumento di rigidità dei vasi arteriosi, che dipende dall’invecchiamento.
Mantenere livelli di pressione corretta durante l’età adulta è uno dei metodi migliori per proteggersi dall’ipertensione nella vecchiaia. Il rischio cardiovascolare di un soggetto aumenta progressivamente per valori di pressione superiori ai 115/75 mmHg. Si parla di ipertensione oltre i 140/90 mmHg.
Generalmente, i medici ritengono quindi che una pressione cardiaca leggermente bassa sia un elemento protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari. Normalmente, per gli over 65, i valori medi della pressione vanno da un minimo di 121 ad un massimo di 147 per la massima e da 83 fino ad un massimo di 91 per la minima.
Con il passare dell’età la pressione può aumentare. Tuttavia gli esperti suggeriscono di avvalersi di terapie personalizzate, molto spesso basate anche sull’età esatta del paziente. Meglio non ricorrere subito ai farmaci. Infatti in alcuni casi questi non sono necessari, basta agire sulla dieta e sullo stile di vita della persona.
Alcuni studi americani hanno dimostrato che la prescrizione di intense terapie anti-ipertensive può addirittura essere controproducente. I farmaci possono avere effetti collaterali paradossali come l’ipotensione ortostatica (di cui parliamo a breve).
Prima di fare ricorso a particolari farmaci da banco è consigliabile perciò mettere in atto una dieta adeguata, svolgere un buon esercizio fisico e adottare uno stile di vita corretto.
Poiché l’ipertensione non provoca nessun disturbo nel paziente che ne soffre, si può vivere per diversi anni senza rendersi conto di soffrire di tale disturbo. In questo caso si parla di “assassino silenzioso”.
Fortunatamente, le sue conseguenze non sono immediate ma si manifestano dopo qualche anno dalla sua comparsa; si stima, infatti, che i danni al sistema cardiocircolatorio si possano manifestare circa dopo dieci anni dalla sua comparsa, mentre quelli relativi al danno cerebrale dopo i venti anni.
Solo in particolari occasioni la pressione alta fornisce segni della propria esistenza, ad esempio con quella che viene definita crisi ipertensiva, ossia un brusco innalzamento della pressione i cui sintomi sono:
Nel caso in cui si ignori l’ipertensione si potrebbe arrivare ai sintomi più gravi ed eclatanti della malattia, quali:
Inoltre, i danni dovuti al perdurare dell’ipertensione causano conseguenze piuttosto gravi per l’organismo, arrecando gravi danni al cuore, provocando il raggiungimento di un’ischemia cardiaca, ai reni, con il conseguimento dell’insufficienza renale, ed al cervello, fino ad alterare le funzioni cerebrali con conseguente perdita di memoria.
La pressione bassa, chiamata anche ipotensione, è quella condizione in cui i valori pressori sanguigni risultano inferiori a quelli ritenuti normali. Questo disturbo risulta essere molto meno grave dell’ipertensione arteriosa e, a differenza di quest’ultima, è anche meno frequente, infatti risulta diffusa soprattutto nel caldo periodo estivo, durante il quale è generalmente associata a stanchezza e capogiri.
Tra i soggetti che presentano un maggior rischio di soffrire di ipotensione vi sono le persone anziane, soggetti che assumono particolari farmaci (ad esempio diuretici) e coloro che soffrono di disturbi al sistema nervoso centrale o cardiovascolare. Esistono tre tipologie di ipotensione:
Nel caso in cui l’ipotensione non sia imputabile a disturbi ben precisi, non è necessario alcun trattamento particolare, se non usufruire di alcuni pratici consigli quali limitare i pasti eccessivamente abbondanti e muoversi lentamente quando si passa dalla posizione sdraiata a quella eretta.
Tuttavia, alla Vanderbilt University, in Tennessee, è stato elaborato un trucco spesso utilizzato per persone che avvertono veri e propri malori; questo consiste semplicemente nel bere 250 cc d’acqua; diversi studi infatti hanno dimostrato che ciò fa aumentare la pressione di circa 20 mm di mercurio.
Pertanto il nostro consiglio è quello di eseguire dei controlli di routine dal proprio medico curante, il quale saprà fornire al paziente tutte le cure e l’aiuto necessari ad affrontare l’eventuale patologia e mantenere così valori di pressione sanguigna ottimali.