Sarà capitato a molte e molti badanti di assistere una persona anziana o diversamente abile presso il suo domicilio e di soffrire di dolori cervicali, lombari, tendiniti e, nei peggiori dei casi, di incorrere nel cosiddetto “colpo della strega” o in ernie del disco.
Quando si offre assistenza a domicilio, ci si prodiga spesso in movimenti per accompagnare l’assistito a compiere bisogni fisiologici e, tra la messa a letto e alzata mattutina e serale, non poche persone dichiarano di soffrire di patologie, spesso croniche.
Vediamo i rischi per chi assiste, i benefici di una corretta postura e le posture ideali per evitare questi spiacevoli eventi.
L’aiuto che una persona offre per assistere gli anziani o i disabili è sempre più a tempo pieno e richiede energia e competenza.
Talvolta il carico che grava sui suoi muscoli, le ossa ed i tendini è cospicuo. Non sempre, difatti, gli assistiti hanno pesi rapportati alla mole dell’assistente. Ma vedremo come questo possa essere bypassato con la giusta “leva”.
Tutto si riduce all’uso incorretto del proprio corpo, che effettua movimenti pericolosi a carico di spalle, cervicale, schiena, anche e gambe.
Tali movimenti, se non corretti, possono portare a vere e proprie patologie. Vediamo quali:
Si pensi che ben l’80% degli assistenti che SafeCare24 monitora dichiara di aver provato almeno una volta il cosiddetto “mal di schiena“, tecnicamente conosciuto come un sintomo nevralgico di svariate tipologie di affezioni. Esso è anche uno dei primi motivi di assenteismo dal posto di lavoro e talvolta di invalidità permanente. Eppure non molti si rivolgono ad un medico o si fanno consigliare da fisioterapisti e medici ortopedici.
Le cause di maggior riscontro sono riconducibili a:
L’ernia del disco ad esempio non è altro che una patologia dovuta al prolasso discale. Consiste nella rottura del disco, per l’appunto. Ciò provoca la fuoriuscita di liquido cerebrospinale che va a comprimere i nervi limitrofi della colonna vertebrale.
Il movimento errato è quasi sempre associato ad una incorretta postura. Come detto, ciò è causa di dolori e spesso infortuni, a volte anche gravi. Prevenire questi eventi si può. Occorre semplicemente adottare le giuste tecniche.
Uno degli episodi di maggiore rilevanza, per percentuale e gravità, è quello legato alla mobilizzazione dell’anziano. Ogni qual volta si stia per spostarlo o sollevarlo, occorre fare attenzione a due importanti fattori: postura e predisposizione dello spazio di lavoro.
Ad esempio, occorre avere uno spazio sufficiente intorno al letto per effettuare le manovre e controllare che l’altezza del letto sia consono. 60 cm è una altezza ottimale per una persona di media statura.
Bisogna inoltre rimuovere ostacoli inutili – come lampade a stelo, tappeti, etc – e che l’ambiente sia sempre ben illuminato. Se la persona da assistere è su carrozzina, ricordare sempre di bloccarla prima di effettuare manovre di alzata o seduta è un buon deterrente contro dolori improvvisi e acuti.
Ricordiamo come sia utile farsi aiutare dall’assistito, valutando il suo grado di autonomia e le sue energie, stimolando la sua collaborazione in caso.
Valutate sempre il percorso più breve, per effettuare i movimenti necessari, e studiate gli ausili messi a disposizione prima del loro utilizzo.
Qualora le persone assistite siano in sovrappeso o di peso non commisurato alla fisicità del badante, si può chiedere aiuto ad un familiare, qualora possibile. La salute fisica e mentale è alla base di una ottima collaborazione lavorativa.
Equilibrio, equilibrio, equilibrio.
La postura è il vostro alleato maggiore, vediamo piccoli trucchi da seguire nel sollevamento e spostamento di un corpo.
Valutandone la fattibilità, chiedere la collaborazione della stessa persona oggetto di aiuto. Ciò produrrà un doppio beneficio: limiterà lo sforzo della badante ed aumenterà l’autostima dell’anziano.
Partiamo dall’assunto che non esiste rischio zero per qualunque lavoratore. Pertanto anche le badanti possono essere soggette ad eventi sgradevoli per il fisico. Possiamo però prevenirne e limitarne la frequenza e la gravità.
Si consideri che il ruolo di un assistente badante non è solo di curare, vestire e far mangiare l’anziano, ma di incentivarlo e motivarlo. La prospettiva di un assistito, ove possibile, deve essere di opportunità per decidere, affermarsi e porsi degli obiettivi. È semplice pensare di trasportare la persona in carrozzina, imboccarla, lavarla e farla coricare. Più difficile è motivarla a mangiare, lavarsi e sdraiarsi. Pertanto, sempre se concesso dalla particolare situazione, il fatto di avere obiettivi può innescare una sostanziale incentivo al mantenimento di una autonomia dignitosa.
Ciò permette al lavoratore di diminuire gli sforzi fisici e mentali e di effettuare una buona collaborazione.
Al fine di camminare correttamente, il busto deve essere mantenuto eretto, seppur non rigidamente ed il piede deve aderire totalmente a terra. Le ginocchia vanno lasciate estese ed i passi vanno eseguiti, senza strisciare a terra.
Il modo di camminare è soggettivo e dipende dalla particolare conformazione fisica ed età. Nei casi più gravi si ricorre alla deambulazione assistita, eseguita con una o due OSS. Se con un solo operatore, si consideri di porsi al lato della persona per poi prendendola per mano e guidarla, mentre l’altra va messa al fianco per aumentarne la stabilità. Nei casi di maggior gravità , dove anche la deambulazione assistita è inefficace, si usano ausili particolar detti deambulatori.
Stimolare l’attività fisica corrisponde a stimolare la mente del paziente ed a mantenere viva la sensazione del proprio corpo.
Andiamo a mostrarvi ora un esempio di movimento corretto e non corretto nel sollevamento dello stesso peso. Il caso di posizione errata, a destra, graverà circa il quintuplo di quella consigliata, sulla sinistra. Si consideri che il peso può intendersi come un oggetto o come lo stesso paziente, in una manovra di sollevamento dal letto o da terra per cadute accidentali.
Nel primo caso, per sollevare un peso da 25 kg la persona si piega sulle ginocchia e fa forza sui quadricipiti. Pertanto il peso che grava sulla schiena è pressappoco triplicato. Nel secondo caso, quello errato, l’assistente si piega di schiena, lasciando le gambe tese. Quindi salirà in posizione eretta, facendo forza sulla schiena. Quanto di più errato. Difatti, in questo caso, il peso percepito sarà di 15 volte il peso da sollevare e tutto sarà a carico della colonna vertebrale. Da evitare.
Vedremo prossimamente pratici esercizi di stretching per e gli ausili per la movimentazione che facilitino il lavoro delle badanti.
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