Fino al 2012 la pensione di anzianità era una prestazione che consentiva al lavoratore, qualora questo rispondesse a determinati prerequisiti contributivi, di anticipare il momento del pensionamento rispetto all’età prevista per la pensione di vecchiaia.
Tale pensione di anzianità è stata abolita per mezzo della manovra economica “Salva Italia”. Successivamente alla cosiddetta manovra governativa possono andare in pensione soltanto coloro che hanno effettivamente maturato i requisiti anagrafici di “vecchiaia”. Dunque possono ricevere la pensione solo quelle persone che hanno raggiunto la specifica età necessaria per il pensionamento.
Con il termine pensione anticipata si fa riferimento alla pensione spettante all’individuo che possiede una storia di versamenti contributivi di numero elevato senza tener conto dell’età anagrafica del soggetto. La pensione anticipata ricorda per certi versi la pensione di anzianità. Infatti, per ottenere questa particolare tipologia di assistenza anziani sono necessari per i lavoratori maschi 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre per le donne 41 anni e 10 mesi.
Poiché nel 2019 è previsto un aumento dell’aspettativa della vita, la manovra ha stabilito che vi sarà un’impennata dei contributi necessari. Purtroppo tale aumento non è stato ancora definito.
La pensione anticipata è la medesima per tutta la generalità dei lavoratori, sia che essi siano dipendenti del settore privato o di quello pubblico. Tutti i contributi sono utili: per il riconoscimento della pensione è necessario aver raggiunto almeno 35 anni lavorativi. Dal conteggio vengono esclusi quelli figurativi, ossia quelli per malattia o disoccupazione.
L’articolo 38 della Costituzione italiana prevede che: “I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.” Questo principio costituzionale trova la sua applicazione attraverso una serie di leggi che riconoscono particolari benefici di assistenza ai disabili. I provvedimenti sono anche di carattere economico e sono rivolti a coloro che si trovano in condizioni fisiche di invalidità.
La pensione di invalidità civile spetta ai soggetti che presentano una sensibile riduzione della capacità lavorativa e che si trovano in uno stato di bisogno economico. Per legge, ogni anno, sono fissati dei limiti di reddito personale che la persona in questione non deve superare per ottenere tale pensione.
I requisiti per la pensione di invalidità sono:
La pensione di invalidità viene erogata tramite un assegno mensile.
Nel caso in cui i soggetti in questione rispondano ad alcuni particolari requisiti, è possibile ottenere la pensione anticipata per disabili. I lavoratori con che possiedono uno stato di invalidità pari o superiore all’80% e che hanno versato almeno 20 anni di contributi possono richiedere il trattamento di vecchiaia a 60 anni e 7 mesi per gli uomini e a 55 anni e 7 mesi per le donne.
Questa possibilità, purtroppo, risulta essere attiva soltanto per i dipendenti del settore privato. Per godere di questo diritto occorre essere lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria e ai fondi di previdenza sostitutivi dell’AGO.
L’INPS, attraverso il Progetto Home Care Premium, offre la possibilità a dipendenti e pensionati pubblici di ricevere aiuto nell’assistenza domiciliare. Questo progetto si concretizza in un bonus che l’INPS eroga a coloro che assistono un familiare anziano o disabile. L’importo di tale bonus è variabile e corrisponde ad una cifra compresa tra i 400€ e i 1200€. L’importo viene calcolato in base all’ISEE del soggetto richiedente e ad un punteggio relativo al grado di autosufficienza del beneficiario.
Il programma dell’INPS prevede la messa a disposizione di una serie di interventi di cui possono beneficiare:
Nel momento in cui il richiedente presenta la domanda deve aver già:
L’indennità di accompagnamento è un aiuto economico statale messo a disposizione dall’INPS per i soggetti che risultano essere dichiarati totalmente invalidi e/o incapaci di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore, oppure incapaci di compiere gli atti quotidiani della vita. Questa particolare indennità, esente dalla tassazione IRPEF, viene erogata per 12 mensilità a prescindere dall’età dell’invalido o dal reddito suo o del suo nucleo familiare.
Per ottenere la pensione di accompagnamento è necessario soddisfare i seguenti requisiti:
È importante sottolineare che l’indennità di accompagnamento è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa e, inoltre, può essere accumulata con la pensione di inabilità, con le pensioni e le indennità di accompagnamento per ciechi totali o parziali. Ciò nonostante essa non risulta essere compatibile con le indennità provenienti da invalidità per cause di guerra, lavoro o servizio.