L’house-sharing, cioè la condivisione di un appartamento, non ha più età; infatti non solo gli studenti universitari, ma anche gli anziani rimasti soli cercano qualcuno con cui condividere l’abitazione. Questo fenomeno prende il nome di cohousing e trae origine sia dalle ristrettezze economiche, sia dall’occasione di poter godere di una buona compagnia.
Come è ben risaputo, la crisi ha colpito tutti, anche gli anziani, i quali hanno subito una diminuzione della pensione, e questi per fronteggiare i costi troppo elevati della vita hanno iniziato a cercare coinquilini; tale scelta però non è dovuta solamente a questioni di difficoltà economiche, infatti un altro motivo che la incentiva è la volontà di combattere la solitudine.
L’introduzione del cohousing per anziani comporta numerosi vantaggi, uno dei più riconosciuti è l’innovazione dei servizi di cura, grazie a pratiche di co-care capaci di risolvere i problemi assistenziali meno complessi. Questo, sebbene non possa sostituirsi alle cure fornite dagli specialisti, offre la possibilità ai cohouser di supportarsi reciprocamente nei periodi di maggiore difficoltà.
Inoltre rende possibile l’ottimizzazione del servizio fornito degli specialisti, attraverso l’implementazione di economie di scala, e ne derivano vantaggi economici sia per coloro che gestiscono le strutture, sia per gli inquilini stessi, grazie alla possibilità di aggregare la domanda di servizi. Il cohousing promuove anche l’invecchiamento attivo e il coinvolgimento sociale degli anziani, in quanto è considerato un ottimo antidoto per l’isolamento favorendo l’inserimento della persona anziana nella vita degli inquilini.
Come abbiamo già visto, la crisi economica mondiale degli ultimi ha aumentato il rischio di povertà per le persone con più di 60 anni, infatti molti di loro si sono ritrovati soli e con una pensione che gli garantisce un livello di sussistenza minimo. Per fare fronte a tale problema, la soluzione arriva dagli Stati Uniti con il cohousing. Quest’ultimo è un fenomeno in netto aumento che ha comportato il verificarsi di un boom di annunci per la ricerca di coinquilini over 60.
Infatti gli anziani soli, con una grande casa a disposizione, possono decidere di affittarne le stanze, ospitando non solo coetanei, ma anche giovani studenti universitari; solitamente si tratta di affitti modici, in cambio di compagnia e collaborazione nei lavori domestici. Inoltre, gli anziani, quando vivono da soli, si trovano ad affrontare in solitudine i costi delle bollette sempre crescenti e il cohousing è un’ottima soluzione a queste continue maggiorazioni; infatti, oltre a percepire un salario minimo per l’affitto della stanza, l’anziano spartisce con i coinquilini le spese delle bollette, trovandosi così ad affrontare una spesa mensile minore e quindi con la possibilità di concedersi maggiori agi.
Questo nuovo sistema consente, oltre che la spartizione delle spese delle bollette, di avvalersi di una buona compagnia di una persona anche giovane, la quale, con la sua vivacità, potrebbe trasmettere vitalità all’anziano favorendone quindi il coinvolgimento sociale ed emotivo.
Infatti, il numero delle persone anziane che ospitano studenti è in aumento, e questo rapporto viene visto come un do ut des: i ragazzi si impegnano a mantenere pulita la propria stanza, anche aiutando la persona anziana nelle faccende domestiche, e in cambio la persona anziana offre loro l’alloggio ad un prezzo modico. Si può quindi affermare che questa moda del cohousing per anziani, scoppiata oltreoceano, è una piccola rivoluzione culturale che può davvero cambiare lo stile di vita di molte persone anziane, facendo sì che siano loro stesse a decidere del proprio destino, senza dover attendere l’aiuto della famiglia o delle istituzioni.
Esiste anche un’altra tipologia di cohousing più complessa della precedente, infatti si tratta di “condomini sociali”, cioè strutture dedicate agli anziani composte da mini appartamenti e molti spazi in comune dove, oltre a poter svolgere numerose attività, vengono forniti sostegni alla persona e assistenza medica.
Dal punto di vista giuridico italiano però, il cohousing non è regolamentato, quindi si attinge alla normativa civilistica prevista per il condominio; si parte da un regolamento dettagliato, discusso e redatto con l’aiuto di un esperto, che dovrà essere poi allegato a tutte le originali compravendite e richiamato nelle successive. Il progetto può divenire esecutivo in un anno circa, previo la consulenza di esperti del settore immobiliare, infatti sono indispensabili un tecnico edile e un commercialista con anche competenze civilistiche.